Flavio Mosetti

Nato nel 1965, ha iniziato a dedicacarsi alla fotografia nel 1986. Nel 1999 è stato insignito del titolo di maestro della fotografia slovena. Nell’ultimo decennio ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti sia a livello nazio­nale che internazionale.

Mostre personali:
1994 Temi vari, Galleria della Libreria Cattolica, Gorizia;
1995 “Immagini”, Kulturni dom, Gorica;
1996 “Ghiaccio e fantasia”, Casa Zigon, Skofja loka;
1996 Art in thè city, Caffè Galleria, Kulturni dom Nova Gorica;
1997 “La pietra in tutte le sue forme”, Stazione ferroviaria, Gorizia;
1998 “La pietra”, Municipio di Nova Gorica;
2000 “Cicli fotografici di maestri”, Museo Civico di Jesenice.

Premi:
1° premio alla X mostra “Pokrajina 93″ di Kranj;
2° premio alla XX mostra slovena di dia­positive;
1° premio alla XXXIII mostra slovena di fotografia del 1995;
1° premio alla “Dia Primorska 95″;
3° premio al foto festival di Rovigno;
2° premio all’ex tempore internazionale di Idria nel 1997;
premio speciale per la collezione alla ex tempore internazionale di Idria;
1° premio all’incontro fotografico delle tre nazioni nel 1998;
1° premio al “Pustna maska” di Cerkno;
1° premio al concorso “Tour del ‘Etna” in Sicilia.

Con le sue fotografie a colori, Mesetti compone dei cicli tematici perfetta­mente compiuti. La sua vitalità creativa e la sua curiosità gli consentono escursioni in vari campi della fotografia, e l’ampiezza dei singoli cicli appare condizionata soltanto dalla severità dei parametri adottati.
La caratteristica fondamentale dei pae­saggi ad esempio consiste soprattutto in un’ingegnosa disposizione dei piani. Per lui conta molto l’ordine compositivo, e ci sor­prende l’uso piuttosto parco che egli fa di contrasti cromatici e di forme cariche di ten­sione. I suoi piani compositivi sono spesso accordati su una stessa tonalità di colore.
In modo completamente diverso si esprime in immagini cittadine, dove si distingue per un uso coraggioso dei con­trasti tonali. I vari piani, fusi in un unico campo figurativo gli consentono di ottene­re delle composizioni magistrali, nelle quali gli aspetti disumanizzanti delle città moderne convivono con elementi che ne costituiscono una specie di nuova realtà poetica. Egli raggiunge il punto più alto quando accosta una finestra dipinta ad alcuni barili metallici chiusi con tappi di plastica.